Ecco le regole per convivere con i (troppo) socievoli piccioni – da Repubblica sera
”Rallenta!” invocate, passando per rompiscatole. “Ma no, si sposta.” In realtà, proprio come avviene con cani e gatti, una gran quantità di uccelli finisce investita dalle automobili. Passeri e soprattutto piccioni, nei centri urbani: questi ultimi percepiti non di rado con insofferenza. Amati dagli anziani che ingannano il tempo dispensando briciole dalla panchina, dai bambini e dai turisti, i piccioni sono invece guardati con rancore da chi li reputa sporchi e portatori di malattie. Accusa infondata, poiché la scienza non ha mai riscontrato casi di morbi trasmessi direttamente da uno di questi uccelli all’uomo, e gli stessi parassiti dei colombi – come quelli di molte altre specie – tendono a rimanere sui loro ospiti. Ma il guano, alla lunga corrosivo, in passato ha motivato anche feroci ordinanze da parte di comuni, che per proteggere facciate e monumenti si sono disposti all’uccisione dei volatili. Oggi non è più possibile, poiché i piccioni sono protetti dalla legge 157/92 sulla tutela della fauna selvatica, mentre per scoraggiarne l’eccessiva nidificazione in prossimità delle abitazioni gli esperti suggeriscono metodi incruenti. Anzitutto non dispensare cibo a questi animali se non all’interno di zone prescelte, come i parchi cittadini e le aree verdi; quindi limitarsi all’alimentazione idonea, fatta di semi e granaglie, evitando ad esempio le briciole di pane che soprattutto durante l’inverno saziano ma non nutrono a dovere, indebolendo gli uccelli e facilitando la trasmissione delle malattie. Riempire poi con siepi, fiori, piante quegli spazi vuoti dove i piccioni nidificherebbero nostro malgrado su balconi o terrazzi, significa invitarli in modo ecologico a traslocare verso siti più idonei.
Bisogna tuttavia considerare che verso i nostri ripari i piccioni tendono a tornare, non solo per ragioni di comodità, ma pure perché gli esemplari urbani discendono dal piccione torraiolo di una volta, ovvero l’ormai raro colombo selvatico, incrociato con le varietà domestiche allevate per essere mangiate. Sono quindi, i nostri piccioni, animali gentili, affettuosi, fin troppo fiduciosi e incapaci di difendersi da aggressioni o sgarberie. Ma con lo stravolgimento degli habitat dovuto alla nostra continua e improvvida opera, i piccioni sono facile preda di altre specie, come i volitivi gabbiani: a loro volta costretti a spostarsi dal mare depauperato dalla pesca selvaggia, quando colonizzano nelle grandi città questi ultimi si nutrono di rifiuti, di animali più piccoli, e a farne le spese sono ancora una volta loro, i colombi. Se almeno loro, tuttavia, non fossero così testardamente prolifici, e se non li avessimo più fra i piedi, appollaiati sulle grondaie, attorno alle panchine, a ben pensarci i nostri cieli sarebbero ormai proprio desolati.
È triste vedere come la società, il soccorso animali, perfino la Lipu, neghino qualsiasi soccorso ai colombi feriti e neppure è permesso dar loro da mangiare. Di fatto molti di loro stanno morendo di “torcicollo del piccione” provocato da avitaminosi. Perciò se muoiono per carenze vitaminiche significa che il cibo che trovano è insufficiente.
quanto a malattie … è stata la cattiva gestione dei loro nidi da parte dell’uomo. Fin dal Medioevo l”uomo puliva i nidi dei colombi disabituandoli alla pulizia. Così ora che nessuno pensa più a loro nidificano nello sporco, sovente tra le carcasse di altri piccioni morti, e la maggior parte dei colombini a causa di ciò muore per infezione e faticano a raggiungere l’età adulta. La colpa è solo nostra. Ormai li abbiamo abituati per secoli a pulire noi i loro nidi? Nel loro DNA è rimasto impresso questo aiuto. In antico pulivano i loro nidi e ne evitavano l’eccessiva proliferazione.
Quanto al guano…. beh… quello dei gabbiani… non è migliore a vedersi! Garantito! E anche i gabbiani che rovistano tra i rifiuti … davvero saranno così…….. puliti?
è triste come venga negato qualsiasi soccorso ai colombi, così come sono negate loro le cure e curarli sarebbe più sicuro anche per noi uomini che avremmo al nostro fianco non colombi infetti ma uccelli sani.
Sicuramente, l’assenza di predatori e la facilità con cui i colombi possono reperire cibo nelle aree urbane ha determinato un notevole soprannumero con vari problemi di convivenza tra uomo e questo volatile.
Tuttavia, la colpa è ovviamente dell’uomo e dell’assenza (scriverò una eresia, visto che in Italia, nemmeno all’essere umano è concesso il diritto a vivere in una casa) di strutture che possano ospitarli in alternativa ai balconi e sottotetti non chiusi di molti palazzi urbani,
La presenza del piccione, comunque allieta gli orrori del paesaggio urbano, e il pericolo non solo ma siamo noi, per loro.
Del resto non sono rari i casi di Veterinari ENPA e non che rifiutano (anche a pagamento) cure di soccorso per piccioni investiti da automobilisti che si divertono a farlo (del resto fanno il tiro a segno anche con i pedoni, pertanto figuriamoci).
La demonizzazione dei piccioni nasce da un generale atteggiamento di rifiuto di qualsiasi cosa di vivente che cerca di interagire con l’uomo senza che sia un animale direttamente addomesticabile come lo sarebbe un cane, in misura minore, un gatto e per il fatto che il piccione non è in gabbia… pertanto andrebbe “ingabbiato”… ma ripeto, già siamo in gabbia (gabbio?) noi esseri umani nelle città italiane…. pretendiamo che vi sia maggiore riguardo per gli animali?.
Dalla polvere veniamo, nella polvere ritorniamo, dovremmo ricordarcelo sempre!
Cara Signora D’Amico
sono arrivato qui per coincidenza e trovo un anima bella e forte ed una donna bella con tanto corraggio. E importantissimo che i diritti degli animali saranno difesi in publico di persone cosi, perche purtroppo tante volte il rispetto verso altre creature e costruito come sentimentalismo senile dei vecchi oppure giovani etc.
(dopo tanti anni di non aver piu avuto l’occasione di parlare Italiano mi mancano le parole giuste). Tante volte in difesa dei diritti degli animali si sente isolati, cosi mi da molto comforto di sapere che non siamo soli in questa lotta). Tanti auguri per ora – Suzanne
Cara Suzanne, in realtà non siamo soli, perché ci sono moltissime persone che la pensano proprio come noi. Alcuni, tuttavia, non ne sono ancora pienamente consapevoli. Purtroppo la nostra organizzazione sociale, il sistema economico (e abbiamo i risultati sottomano) non incoraggiano affatto a vivere nell’altro, a condividere, a ricercare l’appagamento nelle meraviglie di un’esplorazione affettiva e allargata. Infatti l’isolamento, il narcisismo, il culto di sé sono indispensabili perché le grandi industrie vendano i loro prodotti – continuamente. Ma io sono convinta che il malessere e l’invivibilità arrecato da questi sistemi stia raggiungendo un culmine insopportabile: forse noi non vivremo abbastanza per vederne la fine, ma presto finirà. Un abbraccio cara Suzanne