8 hours: si chiede all’UE che i viaggi della morte degli animali non durino più di 8 ore

Lanciata dagli Animals’ Angels, associazione fondata in Germania dalla teologa Christa Blanke e ramificata in tutto il mondo, 8hours è una delle più notevoli campagne internazionali mai organizzate per trovare utile compromesso fra sofferenza animale e logiche umane. Parte con l’europarlamentare danese Dan Jørgensen e chiede che in tutti gli stati UE sia stabilito un limite massimo di 8 ore per il trasporto di animali vivi verso i mattatoi. Loro, li incontriamo lungo le strade ammassati, stravolti, feriti, assetati: oggi mucche, buoi, maiali, pecore, polli, agnellini, cavalli, possono nascere in Polonia ed essere scannati in Sicilia dopo viaggi di settimane. La missione degli Animals’ Angels è proprio seguire e assistere i condannati nell’ultimo tratto, intercettando i carichi illegali, abbeverando chi è allo stremo, pretendendo pause e controllando la regolarità dei mattatoi. Questi ragazzi si conquistano persino il rispetto dei trasportatori meno brutali, talvolta costretti ad accettare trasporti fuorilegge. La normativa prevede cicli di 24 ore in movimento e uguali stop. A parte la scarsità dei controlli e l’indifferenza verso gli animali, durante le soste loro rimangono a bordo dei mezzi. E provengono dagli allevamenti, perlopiù intensivi: brevi vite terribili. Il primo significato di questa campagna, già più di un milione e 100mila firme oltre all’adesione di centinaia di europarlamentari, è limitare sevizie tanto gratuite. Ma il provvedimento limiterebbe anche la spregiudicata macellazione di chi arriva a destinazione già morto. Impedirebbe pure le importazioni da parte di aziende che dichiarano produzioni autoctone, e assesterebbe un duro colpo ai traffici criminali, favorendo le autorità competenti nelle verifiche. Le commissioni UE valutano, il voto in plenaria è previsto a settembre. Il coordinatore della campagna, Adolfo Sansolini, è italiano,  la super testimonial Jane Goodall spiega questa battaglia di civiltà in un video: www.8hours.eu.

 

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3 risposte a 8 hours: si chiede all’UE che i viaggi della morte degli animali non durino più di 8 ore

  1. Suzanne scrive:

    Si dovrebbe parlare della crudelta del trasporto dei animali nella UE ogni giorno. Soffrano soltanto che qualcuno prende piu soldi.
    Ieri ho letto che – a causa di sanzioni della UE contro la Russia e vice-versa – 90 percento del raccolto di mele (cavoli etc.) nella UE verra distrutto che cosi dopo la UE paghera gli agricoltori / contadini per quello che hanno distrutto………nel fratempo ogni 3 minuti uno muore di fame su questo pianeta…..con decisioni cosi chi difendera i diritti degli animali? Cosi azioni continui – come quelli di Margherita D’Amico sono importantissimi e dobbiamo tutti noi continuare a lottare per i diritti degli animali ad ogni opportunita ogni giorno, telefonare, scrivere, protestare….Grazie Margherita e tutti quanti chi contribuiscono qui.
    Il holocaust dei vitelli etc. deve finire.
    Ciao Suzanne

  2. Suzanne scrive:

    vorrei mettere questa poesia di sopra sul mio blog se e permesso?
    Grazie per una breve risposta Suzanne

    E’ stato proprio dopo aver assistito alla tragica sofferenza di un TIR di vitelli che ho scritto dieci anni fa la prima poesia, cui sono seguite tante altre ecopoesie lette e commentate in USA, Braasile, G.B. ecc. La mia speranza è che la poesia con la potenza delle emozioni che sa suscitare possa muovere all’azione animalista. Eccola:
    Il Tir di vitelli

    Grandi, dolci, tristi occhi
    d’un ignaro giovane vitello
    che mi guardano, spaventati,
    dietro lugubri inferriate
    d’un rimorchio,
    in sosta ad un casello.

    Monti, valli, verdi prati,
    ancor impressi nel fondo scuro
    delle grandi pupille dilatate.
    Lucidi occhi che vedranno,
    nel prossimo futuro,
    le bianche pareti
    di marmo del macello.

    Corse, salti, lieti trotti,
    sull’ umida e morbida trapunta
    di verdi erbe profumate
    vicino ad un ruscello;
    erba e fango,
    adesso rinsecchiti,
    sugli zoccoli feriti
    dalle taglienti
    griglie di metallo.

    Dolce, caldo, bianco latte
    che, con vitali, gioiose testate,
    succhiavi, goloso, nella stalla
    e che ora cerchi,
    leccando le inferriate,
    colla lingua secca dall’arsura,
    inebetito di sete,
    di fame e di paura
    mentre il dolore
    ti batte nel cervello.

    E poi, quando
    finalmente,
    sospinto da altri sventurati,
    stordito, vacillante,
    arriverai là dove,
    fredda, sicura,
    la canna di pistola
    si poserà sul pelo nero della fiamma
    che hai, al centro della fronte,

    per l’ultima volta,
    allora, in quell’istante,
    prima di dormire,
    sentirai ancora,
    la calda carezza d’amore
    della ruvida lingua della mamma.
    M. Ivana Trevisani Bach
    http://www.facebook.com/maria.i.trevisani
    http://www.facebook.com/ManifestoItalianoDiEcopoesia
    http://www.facebook.com/pages/La-Felina-Commedia-di-Moz%C3%B2t/224179134259621
    http://www.ecopoems.altervista.org

  3. dedico a questo nobile intento la mia forse più nota poesia scrive:

    E’ stato proprio dopo aver assistito alla tragica sofferenza di un TIR di vitelli che ho scritto dieci anni fa la prima poesia, cui sono seguite tante altre ecopoesie lette e commentate in USA, Braasile, G.B. ecc. La mia speranza è che la poesia con la potenza delle emozioni che sa suscitare possa muovere all’azione animalista. Eccola:
    Il Tir di vitelli

    Grandi, dolci, tristi occhi
    d’un ignaro giovane vitello
    che mi guardano, spaventati,
    dietro lugubri inferriate
    d’un rimorchio,
    in sosta ad un casello.

    Monti, valli, verdi prati,
    ancor impressi nel fondo scuro
    delle grandi pupille dilatate.
    Lucidi occhi che vedranno,
    nel prossimo futuro,
    le bianche pareti
    di marmo del macello.

    Corse, salti, lieti trotti,
    sull’ umida e morbida trapunta
    di verdi erbe profumate
    vicino ad un ruscello;
    erba e fango,
    adesso rinsecchiti,
    sugli zoccoli feriti
    dalle taglienti
    griglie di metallo.

    Dolce, caldo, bianco latte
    che, con vitali, gioiose testate,
    succhiavi, goloso, nella stalla
    e che ora cerchi,
    leccando le inferriate,
    colla lingua secca dall’arsura,
    inebetito di sete,
    di fame e di paura
    mentre il dolore
    ti batte nel cervello.

    E poi, quando
    finalmente,
    sospinto da altri sventurati,
    stordito, vacillante,
    arriverai là dove,
    fredda, sicura,
    la canna di pistola
    si poserà sul pelo nero della fiamma
    che hai, al centro della fronte,

    per l’ultima volta,
    allora, in quell’istante,
    prima di dormire,
    sentirai ancora,
    la calda carezza d’amore
    della ruvida lingua della mamma.
    M. Ivana Trevisani Bach
    http://www.facebook.com/maria.i.trevisani
    http://www.facebook.com/ManifestoItalianoDiEcopoesia
    http://www.facebook.com/pages/La-Felina-Commedia-di-Moz%C3%B2t/224179134259621
    http://www.ecopoems.altervista.org

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