I migliori amici del pop: cani e altri animali nelle canzoni – da Repubblica sera
Il primo è un cane di guerra e nella bocca ossi non ha/ e nemmeno violenza: chi non conosce la famosa canzone Quattro cani per strada di Francesco De Gregori? Ma c’è chi non si ferma alla prima strofa. Michele Pezone, avvocato specializzato nei diritti animali – anche per conto di associazioni come Animalisti Italiani e Lega del Cane – e a sua volta poeta e scrittore, sta completando un lavoro sugli animali ispiratori delle canzoni italiane. Alla luce della sua ricerca, fra tutti, finora De Gregori si è dimostrato il più fedele cantore del cane. E Dolly gli pulisce le mani con una fetta di pane, / le nuvole passano dietro la luna / e da lontano sta abbaiando un cane: già tracce di quattrozampe ne L’uccisione di Babbo Natale, dall’album Buffalo Bill del 1976. Appena due anni dopo, nel 1978, ben tre canzoni menzionano il discendente del lupo: Figlio di buona donna, pure ladro, /con un sorriso tutto denti di cane ascoltiamo ne L’Impiccato. E ancora: Là dove i cani hanno abbaiato, ho pianto lacrime /fino all’osso, lacrime d’osso sul selciato intona ne La campana. Nell’opera complessiva del musicista, Pezone conta più trenta omaggi: .. e non ricordo sete di acqua o di vino ho sempre corso libero, felice come un cane, da Due zingari. Diversi cani più in là, a proposito di Mimì, l’artista ribadisce: Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti, /
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti, /e se provano noia o tristezza o dolore o amore non so e appena una strofa più in là: Sarà che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare / sarà che sopra al tuo cuore c’è scritto vietato passare.
La vita secondo De Gregori, isomma, echeggia di latrati randagi. Roma che sembra una cagna in mezzo ai maiali e ancora, sulla sua città: per le strade di Roma / vedo passare persone e cani e pretoriani con la sirena. Lo studio di Pezone si spinge fino ai giorni nostri, oltre Calypsos del 2006: Nella casa ideale ci faccio quattro porte / per i punti cardinali / che ci possa entrare il cane / quando sente i temporali. E’ certo il più assiduo, De Gregori, ma non l’unico a trarre ispirazione dalle altre specie. E ad uno ad uno li ripulì / la cagna bianca / i suoi cuccioli d’oro cantava Angelo Branduardi, mentre con Franco Battiato Volano gli uccelli volano / nello spazio tra le nuvole, e Corri cavallo / corri ti prego / fino a Samarcanda io ti guiderò implora Vecchioni. Ma i più volitivi rimangono probabilmente i quarantaquattro gatti della filastrocca regina dello Zecchino d’Oro: Nella cantina di un palazzone / tutti i gattini senza padrone / organizzarono una riunione / per precisare la situazione.
[...] fonte qui [...]