Nel parco di Yellowstone i pescatori uccidono gli alci
Non è colpa dei lupi, da sempre sotto accusa, bensì dei pescatori, la drastica riduzione dei grandi alci selvatici nel famoso parco USA di Yellowstone. L’introduzione illegale, negli anni 80, di trote più grosse di quelle indigene all’interno dei laghi e corsi d’acqua che bagnano la riserva, ha causato un fatale stravolgimento dell’ecosistema. I grizzly, abituati a cibarsi delle originarie trote di cui lo Yellowston Lake era ricco, si sono trovati in grave difficoltà poiché i nuovi pesci, prevalenti sull’antica popolazione, depongono le uova a profondità per loro inaccessibili. Così, soprattutto durante i periodi di migrazione dei branchi di alci, gli orsi hanno incominciato a predarne i cuccioli causando un rilevante depauperamento degli esemplari di questa specie. A lungo i lupi, reintrodotti nel parco nel 1995, erano stati indicati come colpevoli delle predazioni, ma recenti studi hanno dimostrato che i loro attacchi – rivolti perlopiù a esemplari adulti, anziani o malati e previsti dall’ordine naturale delle cose – incidono in misura minima, mentre la sopraggiunta fame degli orsi ha ridotto la presenza dei giovani cervidi dal 4 al 16%. A riprova, ancora una volta, dei danni diretti e indiretti causati dalle attività umane. In particolare, quelle venatorie creano disastri cui si cerca rimedio attraverso ulteriori stermini. Spacciandosi per arbitri della natura, una volta creato lo squilibrio, i cacciatori si candidano poi a ridimensionare questa o quella specie: che siano lupi o orsi la questione si risolve sempre a fucilate.