Non sono un killer – da Repubblica sera
Uno studio sui gatti compiuto negli USA dall’Università della Georgia fa discutere. Con l’aiuto dei proprietari, sono state applicate al collo di 55 felini domestici, abituati ad andare in giro oltre il confini del giardino, altrettante telecamerine fornite dal National Geographic, chiamate kitty cams e capaci di riprendere anche di notte. Su questo circoscritto campione, nella contea di Athens-Clarke, sono stati osservati movimenti, incontri, abitudini dei mici, che hanno regalato qualche sorpresa ai loro stessi padroni. Per quattro di loro, per esempio, la prova del video ha svelato una sorta di innocente bigamia nella consuetudine di recarsi in visita presso altre famiglie, dispensatrici di cibo e carezze. Lo studio si è inoltre concentrato sulle attitudini predatorie dei gatti: contenute, varie e individuali. Non più di due prede nell’arco di una settimana per ciascun micio, di cui il 44% incluse fra rettili, piccoli mammiferi e invertebrati, e un numero modestissimo di uccellini. L’85% di tali catture si colloca nella locale stagione calda, vale a dire fra marzo e novembre, indipendentemente dal sesso dei gatti, ma considerando una decrescente efficacia in rapporto all’avanzare dell’età: “Prima si tendeva a valutare la caccia dei gatti domestici solo in base a cosa vedevamo riportare a casa, adesso ne sappiamo di più” commenta Kerrie Anne Loyd, fra i responsabili del progetto. Si è poi considerata la quantità di rischi cui si sottopongono i felini lasciati liberi di scorrazzare a proprio piacimento: l’85% del campione almeno una volta nel corso del test si è comportato in modo che faceva intendere la presenza di un pericolo. Fra le minacce rilevate con maggior evidenza, gli attraversamenti di strada (45%), incontri-scontri con altri felini (25%), assunzione di cibo e bevande nocive (25%), infilarsi in potenziali trappole (20%). Notevoli le differenze di gusto fra gatto e gatto, a rimarcare quanto la personalità di ogni animale influisca sul suo comportamento: se qualcuno passava il tempo cercando di catturare scoiattoli, altri se ne infischiavano e preferivano dormire al sole, giocare con gli amici oppure stare per conto proprio.
Curiosa la reazione della stampa americana, che in buona parte si è concentrata sulla questione predatoria. Non pochi hanno interpretato liberamente lo studio parlando di gatti killer e sollevando il dibattito riguardo l’opportunità di tenerli in casa, a tutela della fauna selvatica. Qualcuno invece ha annotato quanto un gatto in giardino sia ben più utile di trappole e pesticidi per mantenerne l’equilibrio naturale. Infine, le associazioni che si occupano di protezione degli animali hanno sottolineato quanto sia importante sterilizzare i mici ed evitare di mandarli in giro affinché essi stessi non incorrano in incidenti e altri guai.